Donne in quota

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Su La Repubblica del 20 gennaio 2012, è apparsa una pubblicità di una casa di moda non nuova alle contestazioni sulle pubblicità sessiste, in cui una bambina viene fotografata in abbigliamento da "piccola donna". L'intento della foto non è quello della rappresentazione del “giochiamo alle signore”, perché la bambina in quell'ammiccamento da Lolita perde l'innocenza dell'età. L’impressione è poi suffragata dalla fotografia semi-nascosta dalla bambina: un uomo con le gambe aperte, moderna rappresentazione di un satiro. In un Paese in cui i dati sul turismo sessuale e sugli abusi sui minori sono a dir poco preoccupanti, è profondamente sbagliato proporre un'immagine di bimba provocante e invitante. Tale immagine influisce sulla formazione dell'identità delle bambine, negando loro i tempi propri dell’età e della formazione, e offre, fin dall'infanzia, un’ idea di donna come oggetto sessuale. Invitiamo quindi l'azienda al ritiro della campagna pubblicitaria, lo IAP Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ad emettere “ingiunzione di desistenza” e tutti ad un consumo critico dei prodotti. girasolipiccolo

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