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Milano, 05 Aprile 2016

E' stato pubblicato su Arcipelago Milano un nuovo articolo di Donatella Martini e Angela Ronchini riguardo la doppia preferenza di genere di cui riportiamo il testo qui di seguito.

AMMINISTRATIVE E NUOVE REGOLE: DUE PREFERENZE, UNA E' DONNA

Nell’anno in cui ricorre il 70esimo anniversario del primo voto per le donne come elettorato attivo, la parità di genere nella rappresentanza politica è di là da venire. Le ragioni sono innumerevoli e sicuramente una delle più importanti è la scarsa presenza delle candidate in tv durante il periodo pre-elettorale, quando da anni la televisione viene ormai concepita come il mezzo con il maggior impatto comunicativo sulla scelta di voto.

I monitoraggi sulla par condicio di genere nelle elezioni del 2015 attestano questo chiaro squilibrio: 22,3% per le donne e 77,7% per gli uomini. La scelta su chi votare cade quindi a maggioranza quasi sempre su nomi maschili e i consigli comunali, (provinciali) e regionali hanno una bassa presenza di consigliere, provocando uno squilibrio che poi ha pesanti ricadute sulla vita delle donne.


Per incentivare la partecipazione delle donne alla vita politica locale, il legislatore nazionale ha introdotto la legge 215/2012 che obbliga alla presentazione di liste elettorali in cui nessuno dei due sessi sia rappresentato per più di due terzi e prevede, per gli elettori dei comuni sopra i 5.000 abitanti, la possibilità di dare due preferenze, anziché una, ma a candidati di sesso diverso.
Questa norma è già stata applicata alle amministrative del 2013, ma è in assoluto la prima volta quest’anno che verrà usata per l’elezione del Consiglio Comunale delle grandi città, molte delle quali metropolitane. Gli effetti di questa legge sono comunque già stati dirompenti: il 31 dicembre 2012 (ultimo anno prima delle elezioni con il nuovo sistema) le amministratrici locali donne erano il 20,4% mentre il 31 dicembre 2015, la percentuale era già salita al 28,3%.
Purtroppo la maggioranza dell’opinione pubblica non è al corrente di questa importante novità, che permetterebbe a molte più donne di essere elette e superare quindi la soglia del 30% che, secondo analisti e politologi, è lo sbarramento al di sotto del quale le donne – come gruppo minoritario – non riescono a esercitare effettivamente un ruolo determinante in politica. E scarsa è la volontà di tutti i partiti di far conoscere questo importante diritto.
Per questa ragione, le associazioni Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria e DonneinQuota, che si occupano in prevalenza di rappresentanza politica femminile allo scopo di favorire l’ingresso delle donne in politica, hanno deciso di lanciare una campagna informativa sul tema nonché di supporto a tutte le candidate di ogni schieramento politico, partendo dalla nostra città.
Durante la conferenza stampa, che ha avuto luogo il 4 Aprile alla Casa dei Diritti di Milano, le due associazioni hanno presentato la campagna, il logo e il sito dedicato. Alla cittadinanza verrà spiegato come e perché votare con la doppia preferenza, tramite spot televisivi, social network, gazebo per i mercati rionali e, qualora possibile, un gazebo fisso in una zona centrale della città.
Ulteriore novità è la possibilità che verrà data a tutte le candidate di farsi conoscere dall’elettorato all’interno di spazi temporali autogestiti nei gazebo.
Stanno pervenendo le adesioni delle associazioni femminili di Milano ma anche della provincia perché il nuovo Sindaco, sarà anche il Sindaco della Città Metropolitana. Articolo 51 e DonneinQuota hanno già collaborato in passato nel ricorso al Tar – vinto – contro l’ex giunta Formigoni, rea di aver nominato una giunta con una sola assessora su 16 in violazione all’art. 11 dello statuto di Regione Lombardia. Questa azione è stata sicuramente di monito al nuovo presidente della Regione Lombardia Maroni, il quale ha composto una giunta perfettamente al 50% donne e uomini. Peccato che a tre anni di distanza, la situazione sia già cambiata e non in meglio: attualmente ci sono 6 donne su 15.
I vantaggi di avere consigli comunali più rosa sono plurimi: una società più giusta, visto che le donne sono il 52% della società, una maggiore considerazione alle istanze delle donne (una maggiore presenza femminile nelle Istituzioni può favorire l’inserimento di alcune tematiche nell’agenda politica e contribuire a orientare le scelte dell’organo rappresentativo), una maggiore sensibilità nelle scelte etiche, che prima di tutto devono tenere conto dei diversi punti di vista, maschile e femminile
La scarsa presenza femminile impoverisce le Istituzioni, come luogo in cui ha sede lo scambio dialettico e in cui si esprime la cultura di tutta la società, composta, appunto, di donne e uomini.

Donatella Martini*  e Angela Ronchini**

* DonneinQuota
** Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria