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Comunicato

Appello al Presidente Mattarella

Italia, 21.05.2018

Facciamo riferimento alle numerose lettere e appelli inviati in questi giorni dalle associazioni di donne al Presidente Mattarella e in particolare al comunicato del 13 maggio scorso con il quale Rete per la Parità, DonneinQuota, EWMD European Women's Management Development, FILDIS Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori, Vox-diritti, Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne, Toponomastica Femminile, Donne della realtà, hanno chiesto un Governo paritario, una Ministra per le Pari Opportunità e un organismo di partecipazione dell’associazionismo femminile, anche per assicurare efficaci politiche economiche che non trascurino la risorsa-donna.

Ci rivolgiamo oggi al Presidente della Repubblica per esprimere la nostra preoccupazione per le notizie circolate in queste ore sui ministeri dell’ipotizzato Governo M5S- Lega. Affidare le Pari Opportunità a un Ministro per le famiglie e disabilità, dimostrerebbe non solo formalmente la totale incapacità, e/o mancanza di volontà politica di porre rimedio alle diseguaglianze che colpiscono in Italia le donne.

Auspichiamo che il Presidente Mattarella, Garante della Costituzione, ritenga di svolgere il proprio ruolo anche a garanzia di oltre la metà del Paese.

Rosa Oliva per Rete per la Parità e Donatella Martini per DonneinQuota

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Comunicato

Governo paritario, una Ministra per le Pari Opportunità e un organismo di partecipazione dell’associazionismo femminile. La risorsa-donna per efficaci politiche economiche. Le proposte delle associazioni.

Italia, 13.05.2018

Economia, Lavoro, Sud i temi all’attenzione del tavolo tecnico M5S – Lega, composto di diciannove uomini e una sola donna. Temi che non possono trovare spunti di valido ed efficace impegno politico continuando a non utilizzare la risorsa-donna, senza una visione di genere che parta dai dati statistici sul lavoro, che accomuna la preoccupante situazione dei giovani a quella delle donne. Sono necessarie misure di welfare e conciliazione inclusive che consentano alle donne di non rinunciare al lavoro ed ai percorsi di carriera per esigenze familiari. Le trattative che dovrebbero portare al cosiddetto Contratto per un governo Di Maio – Salvini, se davvero, come dichiarato, mirano a individuare le soluzioni ai veri problemi, non possono trascurare le questioni di genere, come già sottolineato anche da Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario.

Il primo segnale dovrebbe essere la formazione di un Governo con donne e uomini in egual numero tra i Ministri e i Sottosegretari. Un obbligo e un’opportunità, non solo per la presenza del 52% di donne nel nostro. Paese, ma anche perché il trend discendente nelle graduatorie europee e mondiali (l’Italia si trova all’82° posto e ha perso ben 32 punti rispetto all’anno scorso secondo il World Economic Forum) è preoccupante per l’economia, per l’accentuarsi della denatalità, soprattutto al Sud, e per l’aumento delle diseguaglianze, che vedono trasversalmente sempre rilevante il gap di genere.

Se non ci sarà, come probabile, una donna all’economia, ci deve essere almeno un impegno per una Sottosegretaria con delega al bilancio di genere. Un esame del bilancio che ha visto il primo avvio ufficiale nel corso di quest’anno e permette di valutare l’impatto delle scelte di finanza pubblica sull’equilibrio tra uomini e donne. La visione di genere non può mancare in tutti i ministeri, a partire da quelli dell’istruzione, lavoro e salute, con un ruolo di coordinamento affidato alla Ministra alle Pari Opportunità, per l’impegno ad una azione sinergica dell’intero Governo per il raggiungimento della parità sostanziale tra donne e uomini. La parità di genere è trasversale a tutti i temi che riguardano le diseguaglianze, esplicitati nei 17 obiettivi e relativi target dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dall’Italia. Un Governo che si fa carico di questi temi dovrebbe avere donne nei Ministeri e nelle funzioni di governo di maggiore impatto sul gender equality e sulla crescita inclusiva e una Ministra per le Pari Opportunità, o Per i diritti delle donne, come preferiremmo si chiamasse, che sia dedicata e abbia gli strumenti idonei per l’incarico, tra i quali:

- un Dipartimento per le Pari Opportunità potenziato con la copertura di tutti i ruoli

- la creazione di un organismo di partecipazione dell’associazionismo femminile, al quale affidare compiti e funzioni che vadano oltre a quelli dei tavoli tecnici, che finora hanno dimostrato di non essere in grado di incidere operativamente sulle questioni affrontate.

Il primo impegno per la Ministra alle P.O. è di rendere operativo il Piano anti violenza 2017-2020, nel rispetto della Convenzione di Istanbul. Un Piano che, a secondo anno inoltrato, corre il rischio di andare incontro agli stessi ostacoli del precedente piano ( che fu oggetto anche di una negativa relazione della Corte dei conti) se continuerà ad essere affidato ad un Dipartimento sguarnito e senza la Ministra competente.

Rete per la Parità, DonneinQuota, EWMD European Women's Management Development FILDIS Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori, Vox-diritti, Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne, Toponomastica Femminile, Donne della realtà

Per informazioni: 3356161043 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.