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L’Italia è contro la violenza maschile sulle donne? O ne è complice?

Lo chiedono Rete per la Parità e DonneinQuota

Mentre la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai esamina lo schema di Contratto per il Servizio televisivo pubblico, a Firenze due studentesse americane sono sottoposte a lunghi interrogatori e, secondo gli avvocati difensori dei due carabinieri autori dei presunti stupri, dovrebbero anche rispondere a domande che il giudice ha ritenuto inaccettabili.
Perché l’Ordine degli avvocati non interviene?

Nulla è cambiato dai tempi di Processo per stupro, eppure proprio in questi giorni la Sottosegretaria Maria Elena Boschi con delega alle Pari Opportunità ha presentato il Piano nazionale straordinario contro la violenza 2017-2020, che contiene anche indicazioni sui processi per stupro e la responsabilità dei media, in ottemperanza alla Convenzione di Istanbul.

Aumenteranno le denunce e le telefonate al 1522 da parte di donne che vedono gli spot trasmessi in questi giorni, o le donne continueranno a tacere per il timore di essere sottoposte a martellanti e mortificanti interrogatori?

Giornaliste e giornalisti, a partire da quelli che lavorano in RAI, si adegueranno al manuale «Stop violenza: le parole per dirlo», di GiULiA Giornaliste Unite Libere Autonome e al “Manifesto per il rispetto e la parità di genere nell’informazione. Contro ogni forma di violenza e discriminazione. Attraverso parole e immagini», che sarà presentato oggi da Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e associazione GiULiA  a Venezia, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne?
E  quali dovrebbero essere i compiti dei mass media in generale e del servizio pubblico radiotelevisivo e digitale nei confronti delle donne?
Se lo chiedono Donatella Martini Ciampella - DonneinQuota e Rosanna Oliva de Concilis - Rete per la Parità, che In sede di audizione presso la Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai, quattro giorni fa, il 21 novembre, hanno avanzato una serie di proposte migliorative dello schema di Contratto di Servizio Rai in discussione in questo periodo, per garantire un servizio pubblico che rispetti la dignità delle donne e promuova il loro empowerment.
Oltre all’uso di un linguaggio che non nasconda le donne, all’attenzione all’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e alla composizione paritaria nelle varie commissioni, comitati, osservatori e strutture previsti dal Contratto, le due associazioni si sono concentrate sulla qualità del monitoraggio annuale, che va migliorato in collaborazione con il Dipartimento Pari Opportunità, e soprattutto sulle conseguenti azioni correttive sui palinsesti, mai esercitate.
Le associazioni chiedono anche maggiore attenzione allo sport femminile e al ruolo delle donne nella storia, con libero accesso alle Teche Rai, un bilancio non solo sociale ma anche di genere, il contrasto agli stereotipi di genere, una quota del finanziamenti riservata ad opere preposte ed, infine, la par condicio di genere tutto l’anno, in tutti i  programmi.

Milano e Roma, 25 Novembre 2017 - Testo integrale del comunicato stampa

Donatella Martini - DonneinQuota                        Rosanna Oliva - Rete per la Parità
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