Donne in quota

Pubblichiamo la risposta del Presidente della Rai, Marcello Foa alla nostra lettera del 17/1.
Non abbiamo invece ricevuto nessuna notizia dal Direttore Generale della Rai, Fabrizio Salini, che - al contrario del Presidente - ha le competenze per rispondere.
Come mai?
Grazie

Donatella Martini

DonneinQuota

cell. 3356161043


Ciao,

abbiamo appena presentato la petizione " Oltre SANREMO. RAI urgente la riforma per una libera opinione pubblica e fuori i partiti." e ti chiediamo di aiutarci aggiungendo il tuo nome cliccando qui http://chng.it/WR9kbrCQk5 dove trovi anche il testo della petizione.

Il nostro obiettivo è di raggiungere 100 firme e abbiamo bisogno del tuo sostegno.

Grazie!
DonneinQuota e Rete per la Parità


Al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli

Alla Commissione parlamentare di vigilanza RAI

Presidente e componenti

Al Presidente AGCOM Angelo Marcello Cardani

p.c.

Alla Ministra alle Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti

Italia, 27 gennaio 2020

Come DonneinQuota e Rete per la Parità ci occupiamo da oltre un decennio del contrasto al sessismo nei media e in particolare nella televisione pubblica (grazie ai nostri contributi il Contratto di Servizio Pubblico Rai-Mise 2018-2022 è il più avanzato dal punto di vista di genere della storia della RAI) e seguiamo con spirito critico ma anche con atteggiamento di collaborazione, i destini del servizio pubblico radio televisivo e digitale perché siamo convinte che, i principi fondanti del nostro Stato "esigono che la nostra democrazia sia basata su una libera opinione pubblica e sia in grado di svilupparsi attraverso la pari concorrenza di tutti alla formazione della volontà generale" (sentenza Corte Costituzionale n. 112 del 1993).

Viste le finalità associative, la nostra attenzione si concentra su questioni attinenti in particolare la par condicio di genere e l’immagine della donna e di conseguenza anche sulle norme che regolano la vigilanza e il controllo del servizio pubblico.

Con disappunto abbiamo dovuto constatare che nel caso del Festival non ha funzionato il ruolo della RAI (in particolare della Direzione di RAIUNO) e tantomeno sono scattati i meccanismi di tutela e controllo che fanno capo innanzitutto al Governo (MISE), al Parlamento (Commissione di vigilanza), all’apposita Autorità (AGCOM), ecc., per un totale addirittura di sedici organismi.

Da questa vicenda abbiamo dedotto l’urgenza della modifica delle norme che regolano il servizio pubblico radiotelevisivo e digitale e di affrontare alla radice il rapporto patologico tra questo e la politica, perciò chiediamo con fermezza, anche attraverso una petizione su Change.org, una riforma «improntata all’idea dell’indipendenza e del pluralismo», come recita il programma dell’attuale Governo, una riforma che ci auguriamo sia inserita anche nelle priorità che stanno per essere individuate dalla maggioranza.

Le idee ci sono: esistono vaste convergenze sulle proposte di Paolo Gentiloni, di Roberto Fico e su quella d’iniziativa popolare avanzata da Tana De Zulueta.

Se ci fosse la volontà politica, la riforma si potrebbe approvare in tempi rapidi. E ci auguriamo che l’occasione per iniziare l’iter necessario sia offerta proprio dalle polemiche di questi giorni relative al Festival di Sanremo 2020 e la spinta possa arrivare proprio dall’interno dell’Azienda, nel suo stesso interesse.

Ad agosto Amadeus annunciò un Festival che avrebbe unito tutti e tutte e ha mantenuto la promessa, purtroppo in negativo. Le sue scelte nel doppio ruolo di direttore artistico e di conduttore e le dichiarazioni sessiste usate nella Conferenza stampa, hanno suscitato innumerevoli reazioni, dalle richieste di eliminare un cantante dalla gara a quelle delle scuse per dichiarazioni sessiste e ancora altro, che hanno unito associazioni, sindacati, centri antiviolenza, singole persone, Qualcosa di simile si è visto nel movimento di opposizione al Disegno di legge S734 “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”, primo firmatario il senatore Pillon.

Le nostre associazioni, con lettera del 17 gennaio (vedi allegato) - inviata alla Rai, alla Commissione parlamentare di vigilanza e alla Ministra alle Pari Opportunità e Famiglia, hanno chiesto, oltre ad una dichiarazione ufficiale della RAI a smentita e rettifica, che i ruoli di primo piano NON fossero affidati a soli uomini (Amadeus affiancato da Tiziano Ferro e Fiorello), le donne NON fossero semplicemente elementi di contorno. Inoltre, che le presenze di artisti venissero valutate attentamente.

La scorsa settimana siamo state ricevute dalla RAI in uno dei momenti più caldi, in cui ancora tutto sembrava possibile. A oggi sembra confermata la partecipazione del trapper alla gara e le sue dichiarazioni non hanno incluso chiare scuse su suoi testi violenti del passato. Poco si conosce sulle modifiche al ruolo delle co-conduttrici che si alterneranno nelle cinque serate né del ruolo e delle esternazioni del conduttore-direttore artistico (che sappiamo essere solito improvvisare) e dei due uomini che lo affiancheranno, almeno secondo quanto annunciato, in tutte le serate.

Continueremo a monitorare quanto sta accadendo in preparazione del Festival e a seguire dal 4 febbraio l’evento che comporta il maggior impegno dell’Azienda e riscontra il maggior seguito mediatico.

Ma non ci fermeremo a questo.

DonneinQuota e Rete per la Parità

Donatella Martini e Rosanna Oliva

Contatti: mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - cell. 3356161043

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