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Italia, 09 giugno 2020

Lettera inviata al PD e per conoscenza ad altri organismi

OGGETTO: NORME DI GARANZIA DI GENERE DA INTRODURRE NELLE LEGGI ELETTORALI DELLE REGIONI PUGLIA, LIGURIA E VALLE D’AOSTA

Egregio Segretario Nicola Zingaretti,

è noto che le leggi elettorali delle Regioni Piemonte, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Liguria e Valle d’Aosta violano gli articoli 3, 51 e 117 della Costituzione e la legge n. 20/2016.

Se è vero che le Regioni e le Province Autonome godono di ampia autonomia nella elaborazione delle leggi che regolano la elezione della Giunta e dei Consiglieri Regionali, è vero altresì che, ai sensi dell’art. 122 Cost. 2° comma, tale autonomia va contenuta nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi della Repubblica, fra cui rientra anche la promozione, attraverso misure idonee, della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive, quale interesse essenziale del sistema costituzionale consacrato nei sopracitati art. 3, 51 e 117 Costituzione.

Criteri confermati con la legge n. 20 del 2016 che detta norme di carattere generale e ha modificato l’art. 4 della legge n° 165/2004 per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale regionale, non soltanto al fine di promuovere l’attuazione del dettato costituzionale ma anche a tutela dell’unità giuridica in materia di legislazione elettorale.

I Consigli di queste Regioni invece, ancora non hanno accettato di introdurre nelle loro leggi elettorali la doppia preferenza di genere, nonostante l’azione pluriennale delle donne, di movimenti civici trasversali e gli appelli di professioniste.

Piemonte, Calabria e Friuli Venezia Giulia sono già andate al voto nell’indifferenza generale ma Puglia, Liguria e Valle d’Aosta voteranno nei prossimi mesi e non intendiamo permettere che anche qui si ripeta la stessa grave violazione.

Queste Regioni hanno ancora la possibilità di introdurre la doppia preferenza nelle proprie leggi elettorali e lo devono fare adesso, altrimenti i nuovi Consigli regionali saranno ancora una volta “poveri di donne”.

Come associazioni impegnate da anni sul tema della democrazia paritaria e promotrici di ricorsi contro il mancato rispetto della Costituzione e delle altre leggi in materia nella composizione di Consigli regionali e Giunte regionali e comunali, abbiamo richiesto un intervento urgente al Ministro Boccia, alla Ministra Bonetti (che abbiamo anche incontrato) e a Rosetta D’Amelio, Presidente Coordinatrice della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome.

Senza nessun esito.

Un caso esemplare di resistenza si riscontra in Puglia, dove una lunga e costante mobilitazione delle donne – è di qualche giorno fa l’ennesima lettera di protesta e il lancio della campagna sui social #2megliodi1 – non ha ancora portato risultati.

Ci rivolgiamo quindi a lei, come Segretario dell’unico partito italiano con norme di garanzia di genere nello Statuto, partito a cui appartengono sia il Ministro Boccia che il Presidente della Regione Puglia Emiliano e le chiediamo di adoperarsi perché sia eliminato un vulnus che compromette il diritto delle donne alla piena partecipazione all’attività politica e inficia la legittimità dei Consigli regionali.

Abbiamo accolto con soddisfazione la notizia che il PD della Regione Puglia si è espresso pubblicamente a favore di queste modifiche normative ma, onde evitare che si ripeta la vergogna del ricorso al voto segreto per consentire difformità tra la posizione ufficiale e il voto dei Consiglieri, chiediamo che il PD s’impegni, insieme con l’intera maggioranza, anche a votare contro eventuali richieste di voto segreto.

Inoltre, allo scopo di dare la stessa visibilità sui media alle candidate e ai candidati, le chiediamo che s'inserisca anche nelle leggi elettorali della Puglia e delle altre Regioni la disposizione, presente già in alcune leggi regionali, che impone nelle campagne elettorali ai soggetti politici la presenza paritaria dei candidati di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti radiotelevisive e digitali pubbliche e private, senza dimenticare i messaggi autogestiti.

Restando in attesa di un cortese e sollecito riscontro, vi informiamo che siamo pronte ad agire, se necessario, anche in via giudiziaria, per garantire la parità di genere, ancora largamente compromessa.

 

Cordiali saluti.

 

 

         Donatella Martini                                                          Rosanna Oliva

     Presidente DonneinQuota                                     Presidente Rete per la Parità

 

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