Donne in quota

Spett.le RAI

p.c. Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI

Italia, 16 Maggio 2021

OGGETTO: IL DDL ZAN E LE RETI RAI

Gentilissimi Direttori,

in questi giorni il dibattito sul DDl Zan, che sta infuocando la politica e l’opinione pubblica, vede contrapporsi chi, come il centrosinistra, preme per l’approvazione senza modifiche del testo approvato alla Camera, coloro che ne contestano alcuni principi e quindi ritengono necessarie modifiche come alcune parlamentari, una parte non minoritaria del Movimento femminista e anche molti omosessuali, e chi è nettamente contrario, come il centrodestra e i cattolici oltranzisti.

Il tema è delicato, oltre che complesso, ben vengano quindi gli approfondimenti televisivi, se tutte le parti in causa possono esprimere la propria opinione in un contesto di “par condicio”.

Questo, però, non sta succedendo sulle reti RAI e vi citiamo due esempi: l’11 maggio a Carta Bianca su RAITRE e il 13 maggio a Anni ’20 su RAIDUE.

A Carta Bianca la conduttrice Bianca Berlinguer ha organizzato una discussione tutta sbilanciata sulla posizione a favore. Ossia Enrico Lucci, Vladimir Luxuria, Malika Chalhy, e lei stessa – favorevoli all’approvazione del DDL Zan senza modifiche – e un solo contrario, Maurizio Belpietro.

Le femministe critiche non sono state invitate.

La nostra posizione è nota perfino a Maurizio Belpietro che nel corso della trasmissione ha parlato di “femministe allarmate da questo tipo di provvedimento”. Al che Bianca Berlinguer ha immediatamente replicato che “Non tutte le femministe la pensano allo stesso modo”.

Ad Anni ’20, in prima serata la trasmissione è iniziata con una serie di interviste per strada di persone che poco o nulla sapevano del DDL in discussione al Senato e indotte a esternare posizioni negative a causa di domande fuorvianti. Peggio ancora quanto avvenuto in studio, con la conduzione di Francesca Parisella. Forse per riequilibrare la prima parte, a parlarne solo favorevoli al testo: cinque uomini e una sola donna, Paola Concia. Da brividi la conclusione: si farà una seconda puntata con le stesse persone.

Ancora una volta, nessuna voce critica era presente.

Eppure siamo fortemente coinvolte in questa discussione e per questo violentemente attaccate sui social, perché riteniamo che il testo - se approvato senza modifiche - impatterebbe in maniera negativa sulle rivendicazioni delle donne per la pari dignità e l’uguaglianza tra uomo e donna sancita dalla Costituzione.

E in ambedue le trasmissioni, non sono neanche state citate le circa 430 personalità del mondo della cultura, dell'associazionismo, dell'impegno civile e politico appartenenti al centro sinistra, che hanno firmato l’appello “Il Senato cambi il DDL Zan”.

Altra cosa quanto è stato trasmesso su RaiUno nella trasmissione Porta a porta dove si è manifestata la buona volontà con l’invito a Monica Ricci Sargentini, una femminista che chiede modifiche al testo. Comunque, il risultato anche in questo caso non è stato soddisfacente.

Chiediamo quindi che nei prossimi confronti televisivi organizzati dal Servizio pubblico radiotelevisivo sul DDL Zan, sia assicurata la presenza di chi possa esporre le opinioni finora ignorate o esplicitate per interposta persona o citate in malo modo.

La RAI ha il dovere di ripristinare, soprattutto su una questione così delicata e importante, il terreno democratico dei futuri confronti televisivi, rispettando anche la presenza equilibrata di appartenenti a entrambi i sessi.

In attesa di cortese riscontro, porgiamo cordiali saluti.

Donatella Martini

La Presidente

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