Donne in quota

  A: Viceministro Sviluppo Economico Antonio Catricalà

      Viceministra Pari Opportunità Maria Cecilia Guerra

     Presidente Commissione Vigilanza RAI Roberto Fico

      Presidente Camera Laura Boldrini

 

Milano, 24 luglio 2013

OGGETTO: OSSERVAZIONI AL CONTRATTO DI SERVIZIO RAI 2010–2012

Egregio Viceministro Catricalà,

come d’accordo Le inviamo le osservazioni al Contratto di Servizio ma anche le proposte che mirano ad ottenere un impegno effettivo della RAI a favorire la partecipazione attiva delle donne in termini di parità e pari opportunità, per un rinnovato e migliorato standard qualitativo dei programmi e dei palinsesti.

I movimenti delle donne e le conseguenti manifestazioni di piazza del 2011 e 2012  hanno segnato un’esigenza imprescindibile di riassetto della rappresentazione femminile da parte dei media in generale ma della RAI in particolare, essendo la prima industria culturale del Paese nonché servizio pubblico.

            Diventa quindi inderogabile un radicale cambiamento dell’immagine delle donne che – ricordiamo - costituiscono il 52% della società italiana.

Consideriamo la lotta agli stereotipi, che affollano non solo l’advertising ma anche i programmi radiotelevisivi, come parte essenziale del nuovo Contratto di Servizio in quanto essi costituiscono fattore di grave impedimento alla qualità, sia in termini culturali che di intrattenimento e di informazione.    

Riteniamo quindi indispensabile, per ottenere processi efficaci di vigilanza sul palinsesto e sulla produzione, che la composizione del Consiglio di Amministrazione – come qualsiasi altra struttura interna alla RAI - sia paritaria, donne e uomini, e  la nomina di una ulteriore componente del CdA da parte del Ministero delle Pari Opportunità, delegata a valutare i prodotti secondo una visione rispettosa e paritaria per quanto riguarda il gender, capace di rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di opere di qualità e promuovere azioni di garanzia qualitativa per la tutela dell’immagine femminile.

La nascita di una struttura dedicata, chiamata  “Gender educational” affiancata da un laboratorio ideativo-produttivo di nuovi format che interpretino le esigenze dell’utenza femminile per una corretta crescita culturale nel rispetto delle differenze e in nome della pluralità,  completerebbe il nuovo assetto.

La Rai dovrebbe dotarsi di strumenti a controllo democratico che garantiscano l’imparzialità delle realtà in essa rappresentate. L’Auditel come strumento di rilevazione dati di ascolto, così concepito, non può coniugare correttamente audience e qualità.

Inoltre,  la concessionaria di pubblicità della RAI (RAI Pubblicità)) dovrebbe tutelare maggiormente l’immagine delle donne anche nei messaggi promozionali.

Per Sua informazione, è ns. intenzione proporre la costituzione di una Commissione di Vigilanza di Genere che abbia la responsabilità dell’immagine delle donne nei media e che operi dalla Commissione Europea dei Diritti delle Donne a cascata ai Ministeri delle Pari Opportunità dei vari paesi.

Ciò premesso, ricordiamo le numerose tappe che ci hanno portato a queste conclusioni:

$1-       la dichiarazione e piattaforma d'azione di Pechino, adottata durante la quarta Conferenza mondiale dell’ONU sulle donne il 15 settembre 1995 e sottoscritta da tutti i 189 Paesi Membri che ha stabilito due obiettivi strategici per il settore: (j.1) accrescere la partecipazione delle donne e permettere loro di esprimersi e accedere ai processi decisionali nei media e nelle nuove tecnologie della comunicazione; (j.2) promuovere un’immagine equilibrata e non stereotipata delle donne nei media

$1-       le risoluzioni delParlamento del 18 maggio 2000 sul seguito dato alla piattaforma d'azione di Pechino, del 10 marzo 2005 sul seguito della quarta Conferenza mondiale sulla piattaforma di azione per le donne (Pechino +10)  e del 25 febbraio 2010 sul seguito della piattaforma d'azione di Pechino (Pechino +15)                              

$1-       la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW)

$1-       l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea, che sottolinea i valori comuni degli Stati membri quali il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la parità tra donne e uomini

$1-       l'articolo 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che fa riferimento alla lotta contro le discriminazioni fondate sul sesso

$1-       la direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (rifusione) e la direttiva 2004/113/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura

$1-       la direttiva 2002/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro

$1-       le conclusioni del Consiglio del 2 dicembre 1998, che stabiliscono l'inclusione di indicatori quantitativi e qualitativi e di parametri di riferimento nella valutazione annuale dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino

$1-       la dichiarazione comune adottata il 4 febbraio 2005 dai ministri dell'UE per le pari opportunità nel quadro della revisione decennale della piattaforma d'azione di Pechino, nella quale essi ribadiscono, tra l'altro, il fermo sostegno e l'impegno a favore di una piena ed efficace attuazione della dichiarazione e della piattaforma d'azione di Pechino

$1-       le conclusioni del Consiglio del 2 e 3 giugno 2005, che invitano gli Stati membri e la Commissione a rafforzare i meccanismi istituzionali di promozione della parità di genere e a istituire un quadro di valutazione per l'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino, nell'ottica di sviluppare un monitoraggio più coerente e sistematico dei progressi compiuti

$1-       il D.Lgs 31 luglio 2005, n° 177 (T.U. della radiotelevisione) che include nei Principi generali del sistema radiotelevisivo la garanzia, a tutela degli utenti, di trasmissioni, programmi e trasmissioni pubblicitarie, incluse le televendite, che rispettino i diritti fondamentali delle persone, vietando le trasmissioni che inducono ad atteggiamenti di intolleranza basati – fra l’altro – sul sesso

$1-       il Patto europeo per la parità di genere (2011-2020), adottato dal Consiglio europeo nel marzo 2011

$1-       la strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015, presentata dalla Commissione il 21 settembre 2010, e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna, concernente le azioni per l'attuazione della strategia (COM(2010)0491, SEC(2010)1080)

$1-       la Risoluzione del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini

$1-       la Risoluzione del 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea

$1-       la Risoluzione del 12 marzo 2013 sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea

$1-       l'articolo 48 del regolamento del Parlamento Europeo

$1-       la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere 

$1-       la legge 28 del 2000, come integrata dalla legge n° 215 del 2012 sulla par condicio di genere durante le campagne elettorali

(tutti punti da segnalare sul nuovo Contratto di Servizio, in particolar modo quelli evidenziati e nello specifico gli ultimi quattro in quanto successivi alla compilazione del Contratto di Servizio 2010-2012)

In allegato troverà le ns. osservazioni al Contratto di servizio RAI 2010-2012, che partono proprio dai 13 articoli sull’immagine delle donne presenti per la prima volta nella storia della RAI.

Restiamo in attesa di Suoi commenti nonché della data per l’audizione.

                       

Cordiali saluti.

  La Presidente

            Donatella Martini 

 

 

 

OSSERVAZIONI AL CONTRATTO DI SERVIZIO RAI 2010 – 2012

 

Elenco dettagliato modifiche (in rosso)

 

Art. 1 punto 2

 

La missione di servizio pubblico, più in particolare, consiste nel garantire all’universalità dell’utenza un’ampia gamma di programmazione e un’offerta di trasmissioni equilibrate e varie, di tutti i generi, al fine di soddisfare, con riferimento al contesto nazionale ed europeo, le esigenze democratiche, culturali e sociali della collettività, di assicurare qualità dell’informazione, pari opportunità e pluralismo, incluso il multiculturalismo e il multilinguismo nel quadro della più ampia identità nazionale italiana……

 

Art. 2 punto 3

 

b) garantire il pluralismo di genere, impegnandosi a consultare fonti informative sia femminili sia maschili, nel rispetto della libertà di stampa; rappresentare in modo dignitoso e non stereotipato le donne, valorizzando la molteplicità di ruoli, competenze, professioni e talenti di tutte le donne che partecipano attivamente alla vita del paese, anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo seminari interni, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate, per una formazione continua e permanente dei professionisti che operano in azienda al fine di evitare una rappresentazione stereotipata delle donne

 

j) rispettare la dignità e la privacy della persona e l’armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, evitando scene ed espressioni volgari, violente o di cattivo gusto nonché messaggi che veicolino ruoli di donne stereotipati

 

p) promuovere e valorizzare un’immagine complessa e non stereotipata del mondo femminile

 

Art. 7

 

La Rai garantisce che un Ente terzo all’Azienda, autorevole, indipendente e con provata esperienza in materia di monitoraggi di genere, operi  un monitoraggio sulla rappresentazione femminile al fine di verificare il rispetto delle pari opportunità, ovvero che vi sia una rappresentanza bilanciata di donne e uomini coinvolti a vario titolo, in tutti i generi dei programmi trasmessi, nonché una rappresentazione dignitosa e non stereotipata delle donne. Il monitoraggio deve riguardare l’offerta complessiva dei canali Rai, sia televisivi, sia radiofonici, nonché tutti i contenuti trasmessi, inclusa la pubblicità.

 

Come più volte sottolineato anche da Risoluzioni del Parlamento Europeo, i messaggi pubblicitari possono infatti contenere discriminazioni e/o stereotipi che rappresentano un ostacolo per una società moderna e paritaria: la loro trasmissione non può dunque esentare il servizio pubblico da responsabilità.

 

Il monitoraggio deve produrre idonea reportistica annuale. I report devono essere trasmessi direttamente al Ministero dello Sviluppo Economico e al Dipartimento delle Pari Opportunità,  alla Commissione parlamentare di vigilanza e all’Autorità.

 

Art. 29

 

Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente Contratto, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico è istituita, presso il Ministero, un’apposita commissione paritetica con presenza paritaria di donne e uomini e al cui interno ci deve essere una o più esperte di genere …….

 

Art. 30 punto 2

 

……..La composizione della Sede deve essere paritaria, donne e uomini, e al suo interno deve comprendere una o più esperte di genere. La Sede svolge le sue funzioni …..

 

 

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